At 26 settembre 2007 alle ore 02:39, Sara Sidle
Ti sono vicina. Anche io non sono condita bene, in quel senso, ne abbiamo anche parlato..
Lavorare diventa un incubo, e svegliarsi tutte le mattine è sempre più dura, ma non per la fatica, ma per la stanchezza psicologica, che è anche peggio.
Un tempo quando si lavorava in ditte come le nostre ci si poteva ritenere fortunate, oggi è tutto diverso, lo sfruttamento è all'ordine del giorno e il rispetto umano è poco meno di zero.
L'unica cosa è sopportare, cercare altrove, oppure provare a mettersi in proprio. In questo senso ci stavo pensando, anche se dopo la passata esperienza (TERRIFICANTE, che mi ha strozzato per anni) ci vuole tutto il mio coraggio. Ma chi se la fila una di 36 anni, oggi come oggi? E la pensione? Di che mangerò in vecchiaia?
Bisogna pensare bene al futuro e cercare di agire di conseguenza. Speriamo bene. In bocca al lupo!
At 26 settembre 2007 alle ore 05:28,
Purtroppo la gente infame c'è in tutti i posti di lavoro.. io ho lavorato per 10 anni in un centro commerciale e a 25 anni avevo già l'esaurimento nervoso e la gastrite nervosa. Adesso stò meglio.. ma la collega infame non manca mai. Potrei darti un consiglio però... leggo che fai le trance di pesce... allora io ti dico perchè invece che immettere nel mercato "trance di pesce" tu non immetti nel mercato"pesce in trance?" bisognerebbe avere delle indiscusse capacità paranormali.. ma magari qualcuna delle streghe con cui lavori potrebbe farti scuola...
(nella vita non sono così ebete... chiaramente scherzo.. volevo solo sdrammatizzare un pò una situazione che è già abbastanza tragica di per sè)
:*
At 26 settembre 2007 alle ore 07:13, Chit
L'ambiente di lavoro è sempre stato una parte della vita di tutti i giorni. Una parte importante nella vita di ognuno di noi perchè cgli porta via molto se non quasi tutto il tempo della giornata.
Sono andate a farsi friggere i valori nel mondo e nei rapporti di tutti i giorni con le persone, logico e naturale che il discorso di espandesse anche all'ambiente lavorativo, di per sè luogo (per molti) di "competizione".
Non resta che fare il proprio e quando ti pestano i piedi urlare un po' e farsi sentire.
At 26 settembre 2007 alle ore 08:57, Miss Dickinson
Cara Piccolè, conosco la tua situazione e ti sono vicina, ma questo lo sai.
Io sogno di mettermi in proprio, ma anche lì mi trovo costretta a scegliere un settore che non è quello che piace a me, nel senso che, se mi metto a vendere abbigliamento o dvd, stai sicura che non farei la prima.
Come sai, anche il mio lavoro del cavolo è sottoposto ad angherie, oltretutto, pure economiche, e in più c'è tutto il resto che non aiuta certo a mantenere l'ulcera sana.
Ma a te dico, siccome so che sei una tosta e una che non molla, forza e coraggio e non ti abbattere. Non sarà merda per sempre! :-)
At 26 settembre 2007 alle ore 10:15, piccolè
Grazie a tutti di cuore, vedo che chi piu' chi meno siamo nella stessa barca, novita':OGGI DOPO L'ENNESIMA PRESA PER IL CULO L'HO PORTATA IN UFFICIO E LE HO DETTO CHE SE CONTINUA LA DENUNCIO!!E'diventata viola dalla rabbia,non servira' a niente,...ma che liberazione!!!Grazie per l'appoggio, un bacione a tutti!!
At 29 settembre 2007 alle ore 02:29, LeFataliste!
dal basso del mio nullafacentismo universitario spio il mondo del lavoro... esperienze d'amici, durissimo servizio civile... ma continuo a spiare il lavoro vero attraverso voi altri che ne date testimonianza... e non saprei... sembra tutto così complicato, tutto così assolutamnte doloroso e privo di soddisfazioni. Tra i miei genitori che sembrano soddisfatti e le altre generazioni sempre più precerie non so che pesce pigliare e la voglia di studiare per rimaner disoccupato o sfruttato.. non è troppissima.